domenica 2 dicembre 2012

ALLENATORE? IO?!?!

Come ho già detto sono diventato allenatore dei pulcini di una piccola squadra di un paese vicino alla mia città, il MONTECARLO RUGBY.

Alla fine di settembre ho fatto il corso per educatore al I° momento della FIR (Federazione Italiana Rugby) e ufficialmente sono entrato attivamente nel mondo del Rugby.

Fino a quel momento avevo solo provato a giocare in una squadra a Roma momento in cui avevo capito che non era aria perché ormai le ginocchia non tenevano più, avevo perso le speranze di far parte attivamente di questo mondo meraviglioso e mi ero rassegnato a seguire in televisione e ogni tanto dal vivo le partite della nazionale, poi ....

A giugno di quest'anno ho trovato una squadra (appunto il MONTECARLO RUGBY) che cercava bambini per mettere su una squadra di mini-rugby, mio figlio che sicuramente ho influenzato ha deciso di provare a giocare e... gli è piaciuto, e ha deciso di continuare, quindi ho pensato che oltre alle partite della nazionale avrei potuto vedere le partite dei piccoli tornei che avrebbe fatto mio figlio, quindi in piccola parte il mio inserimento nel mondo del rugby avrebbe avuto un incremento, poi il fulmine a ciel sereno:

la presidente della squadra mi guarda e mi dice: " Fabio, avrei bisogno di qualcuno che segue i bambini, te la sentiresti?" Io la guardo e rispondo che mi sarebbe piaciuto molto ma come era possibile, io da poco seguivo il rugby, non avevo praticamente mai giocato, non avevo mai allenato, insomma non sarei stato all'altezza del ruolo; lei ha insistito e mi ha detto che avrei potuto frequentare un semplice corso e grazie a quello avrei potuto essere ufficialmente un allenatore ( per l'esattezza Educatore al I° Momento).

Accettai, con un po' di timore per l'ignoto ma accettai e così da settembre alleno un gruppo di 7 bambini fra i quali mio figlio.

La prima difficoltà da superare in campo è stata quella del doppio ruolo babbo e allenatore, ma siamo stati bravi (si, pure mio figlio ha dovuto superare con me questa doppia figura figlio e giocatore), la seconda è stata superare l'emozione e l'imbarazzo delle prime sedute di allenamento di fronte ai genitori e con l'incertezza se i bambini mi avessero ascoltato oppure no.

Ma  poi ce l'ho fatta, tutto è andato per il verso giusto e i bambini si sono affezionati sempre di più al loro allenatore che giorno per giorno impara ad allenare mentre loro imparano a giocare, tutti ce la caviamo bene e ora siamo proprio una squadra molto affiatata.

Abbiamo partecipato ad un primo torneo e la loro emozione era la mia emozione (mi sa che la mia era di più....PARECCHIO DI PIU'), hanno indossato la loro prima maglia da giocatori e io la mia prima da allenatore ho cercato di stare vicino a tutti loro, li ho incitati, mi hanno ascoltato, ho visto la gioia nei loro occhi per questo loro primo successo e loro hanno visto la mia.

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