mercoledì 19 giugno 2013

LETTERA APERTA A GENITORI E SPORTIVI

Sono un genitore che da poco si è avvicinato con suo figlio ad uno degli sport considerati minori.

Perché minore? Solo perché meno seguito? Uno sport non può essere minore di un altro, gli  sport dovrebbero essere uguali per tutti e soprattutto accessibile a tutti, ma purtroppo non è sempre così!

Per questo nasce l'esigenza di parlare, di spiegare, di farne conoscere uno: il rugby.

Il rugby è uno sport epico, come i cavalieri senza macchia del medioevo, come il dolce stil novo, fatto di rispetto  verso gli altri sia avversari che compagni, fatto di lealtà sportiva.

È uno sport che insegna ai nostri figli i valori della vita, insegna a rialzarsi dopo ogni placcaggio e ricominciare ad andare avanti, insegna ai nostri figli il rispetto delle regole, delle persone che abbiamo di fronte, è uno sport che gli insegna ad onorare la maglia che indossano, solo perché prima di loro qualcun altro l'aveva indossata onorandola e dopo di loro qualcuno la indosserà lottandoci dentro fino alla stregua delle sue forze, onorandola a sua volta.

È uno sport che non scarta nessun bambino, tutti giocano perché tutti servono: alti, bassi, magri, in carne, lenti, veloci.

È un gioco per certi aspetti primitivo, che si gioca con una palla strana ovale che non sai mai dove rimbalza, ma proprio per questo una palla imparziale; un gioco primordiale, qualsiasi bambino ama correre dietro una palla, rotolandosi per terra, magari nel fango, “lottando” con altri bambini, ma quando si passa nelle categorie superiori diventa un concentrato di tecnica, tattica e forza.

Come ho detto all'inizio da poco sono entrato in questo mondo fantastico, ci sono entrato grazie alla disponibilità che le società sportive di rugby hanno nei confronti di tutti, nei mio caso  la società è il  MONTECARLO RUGBY.

Seguivo il rugby in tv e mio figlio ha chiesto di provare a giocare, e quando mi sono affacciato alla porta del campo del Montecarlo Rugby  l'ho trovata spalancata, mio figlio è stato accolto con gioia e subito siamo entrati in sintonia.

Oltre a babbo adesso grazie alla società sono pure allenatore delle squadre Under 8 e Under 10, perché come ho detto (e non smetterò mai di dirlo) nel rugby si accetta tutti con gioia!

I bambini da noi non sono selezionati, vengono festeggiati ogni volta che arrivano e l'impegno a farli divertire
imparando le regole del gioco e la moralità sportiva è massimo.

In questo primo anno di esperienza ho visto genitori felici e increduli al tempo stesso: i loro figli derisi e scartati da altri sport, bambini che non credevano nelle loro potenzialità, intimoriti, che invece di stare all'aria aperta a giocare e socializzare preferivano tv e consolle elettroniche, sono venuti al campo, hanno giocato, si sono divertiti, impegnati, superando le loro paure, hanno vinto una battaglia con loro stessi, si sono sentiti forti, utili, si sono sentiti ACCOLTI E PARTE di una SQUADRA!

Si, squadra, il rugby ci insegna pure questo, nella vita non si può fare a meno degli altri, non si può fare a meno dei compagni; in  effetti una delle azioni che i giocatori fanno si chiama proprio SOSTEGNO, sostegno ai propri compagni perché da soli nel rugby non si va da nessuna parte.

Ho visto la gioia di papà di bambini che a casa non volevano fare niente e ora invece hanno chiesto ai loro genitori di comprare una palla e di giocare insieme!

Il rugby quindi non è solo uno sport che forma il fisico: si corre si salta si scatta si placca etc... è uno sport che ci forma interiormente con il suo spirito di aggregazione, con la sua moralità, i bambini dopo ogni partita, ogni torneo, escono dal campo felici, sia che abbiano perso, sia che abbiano vinto, il risultato non conta se ci
siamo divertiti e abbiamo dato tutto noi stessi, poi è chiaro, al terzo tempo se hai vinto sei un po' più felice.

Già, il TERZO TEMPO! Non è un'utopia, non è una leggenda metropolitana, esiste! Dopo le partite festeggiamo, con pranzi o merende tutti insieme in un clima di assoluta festa, festeggiando il primo arrivato in egual maniera all'ultimo arrivato del torneo.

Vorrei concludere generalizzando una citazione che la squadra più forte del mondo, gli All Blacks ha detto dei giocatori gallesi: i rugbysti non li puoi vincere, al massimo puoi fare più punti di loro durante una partita!

Per ultimissima cosa un appello ai nostri comuni, assessori, province e chi più ne ha più ne metta, date la possibilità ai nostri figli di conoscere tutti gli sport, non lasciate che gli spazi sportivi siano solo ed esclusivamente di uno sport di massa che purtroppo spesso pecca in moralità sportiva e magari scarta i nostri bambini.

Date a tutti i bambini  la possibilità di scegliere, date spazio allo sport!

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