lunedì 27 gennaio 2014

UN GIORNO PER NON DIMENTICARE

Oggi è il giorno per non dimenticare, tutti i giorni sono buoni per cercare di non scordare i drammi del passato, ma per uno così grande, come quello della shoah, forse un giorno era proprio necessario.

NON DIMENTICHIAMOCI DI QUELLO CHE È AVVENUTO, NON RIPETIAMOLO PIÙ!

Sembrerebbe facile, logico, ma purtroppo serve ancora un giorno come questo, servono ancora film, servono ancora parole, servono ancora esempi, per farci pensare, per ricordarci che ancora oggi un dramma del genere potrebbe ritornare perché purtroppo al mondo qualche S.....O che potrebbe tentare di rifare tutto questo c'è ancora.

Anche il rugby ha i suoi esempi, Aaron Okey Geffin un ragazzo Sud Africano, nato da genitori Ebrei.

Un rugbista che durante la seconda guerra mondiale si è arruolato per combattere il nazismo.

Un ragazzo che venne arrestato in Libia, fatto prigioniero prima in Italia e poi deportato in un campo di concentramento polacco.

Nello stalag XX-A incontrò un connazionale Bill Payn, un giocatore degli Springboks, si allenarono insieme, organizzarono partite contro degli Neo Zelandesi, e Payn gli disse che a fine guerra avrebbe potuto giocare con la sua nazionale.

Okey fu un ragazzo fortunato, tornò dalla guerra e nel 1949 conquistò la maglia degli Springboks, giocò sette partite, e si guadagnò il soprannome The Boot (la scarpa) sia per il suo buon gioco al piede ma pure perché durante la prigionia fu costretto a giocare scalzo.

Okey non fu famoso solo per questo episodio, 4 delle sue 7 partite furono la serie completa di quell'anno contro gli All  Blacks,  tutte queste partite furono vinte dai Booke, una che stavano perdendo per 11 a 0 fu vinta 15 a 11 grazie ai suoi calci, 5 su 5 un record; ben 35 punti sui 47 degli Springboks in quella serie furono messi a segno dal suo piede.

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