mercoledì 2 ottobre 2013

CONFRONTI

Da qualche mese ho ritrovato il tempo e la passione di tornare in bicicletta, quindi sono cascato nel solito vortice di mettere a confronto il rugby con le altre mie passioni in questo caso il ciclismo.

Ad una prima "occhiata" i due sport non sembrano paragonabili ma forse non è così.

Nel rugby c'è bisogno di passione, di coraggio, di determinazione per andare AVANTI:
devi superare muri di uomini che vogliono fermarti, mandarti indietro, ci vuol coraggio ad insistere, a spingere, lottare, sfondare, e quando le gambe ti fanno male, tutto il corpo ti fa male, è solo la determinazione e la voglia di conquistare un altro metro che ti manda avanti fino ad arrivare ad aggiudicarti la meta.

Anche nel ciclismo c'è bisogno di passione, coraggio, determinazione per andare AVANTI:
non ci sono muri di uomini che ti vogliono fermare, ma quando affronti le rampe di una salita la voglia di tornare indietro e di fermarsi è tanta, le gambe fanno male, il fiato è corto, la fatica si fa sempre più dura e guardare avanti scoraggia perché spesso non vedi la fine della salita. In questi casi la passione e la determinazione diventano il motore per fare un'altra pedalata, e poi un'altra per conquistare metro dopo metro la strada e arrivare fino alla cima, fino alla meta che ci siamo prefissati.

Una parte fondamentale del rugby è il gioco di squadra, da soli non si arriva quasi mai a nulla, la meta la fa la squadra, il sacrificio di un uomo che lotta e impegna gli avversari, libera spazi ai nostri compagni che possono arrivare in meta, il sostegno dei compagni è quello che ci dà la speranza di poter arrivare fino in fondo al campo e schiacciare la palla.

Beh anche nel ciclismo, che sembra più uno sport individuale, la forza dei compagni e di un gruppo coeso è determinante ad arrivare alla fine del giro che ci si è prefissati, vincere una volata di una gara.
Il sacrificio di un uomo che sta in cima al gruppo a spaccare l'aria rendendo così meno dura la pedalata dei compagni  dà a loro la possibilità di arrivare fino in fondo al percorso con più facilità, con meno fatica per poter così rendere esplosiva l'ultima azione, lo scatto che porterà alla vittoria la squadra che fino a quel punto ha tirato l'ultimo uomo. Se non si parla di gare ma di pedalate fra amici allora i più forti danno semplicemente la possibilità ai meno allenati di arrivare fino in fondo al giro prefissato con più facilità.

Come ultimo raffronto mi piace vedere una mischia di rugby come una squadra di ciclismo che fa una gara a cronometro in linea, tutti si devono muovere all'unisono, sincronizzati, con lo stesso ritmo per avanzare e guadagnare terreno o velocità per arrivare alla meta.

Boh? Forse il rugby non è così diverso dal ciclismo e forse è per questo che mi piacciono tutti e due.

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