martedì 27 novembre 2012

FANGO

Non avevo mai giocato a rugby fino a qualche anno fa, da piccolo come quasi tutti i bambini nati a Lucca nel lontano 1972 ho giocato a calcio (il rugby qui non esisteva ancora), e proprio a questo sport ho devoluto le mie ginocchia: menischi e legamenti andati.

In qualche TV locale ogni tanto, molto tanto, si vedeva qualche partita di rugby, e a me quel gioco così fisico piaceva un sacco, ma non era possibile praticarlo.

Poi sono cresciuto ho abbandonato il calcio, non tanto perchè il gioco non mi piaccesse, ma per tutto quello che c'è intorno, ho cominciato ad andare in bicicletta, ho giocato a tennis, pallavolo, basket (per me quel canestro era quasi imprendibile), tirato con l'arco e nel tempo libero ho iniziato a vedere qualche partita di rugby in più, l'Italia è arrivata al 5 nazioni trasformandolo nel 6 nazioni e LA7 ha iniziato a far vedere sempre più il rugby.

Poi per lavoro mi sono trasferito a Roma e li nel 2006 un bel giorno ho trovato nel parco accanto a casa un cartello che indicava una scuola rugby per bambini, mi sono avvicinato e ho chiesto se sarei potuto andare a vedere qualche partita, ma con grande stupore non  mi è stato concesso solo quello, ho avuto l'onore di essere invitato ad allenarmi e giocare con la squadra OLD della società:
io avrei potuto giocare,
IO avrei giocato a rugby,
IO HO GIOCATO A RUGBY.

Purtroppo poco perchè il ginocchio sinistro ha deciso di ricordarmi che era già stato devoluto al calcio e che quindi la mia carriera come giocatore di rugby sarebbe finita in un lampo.

Ma in quel lampo ho potuto apprezzare tutta la bellezza di quel gioco, del terzo tempo, dello spirito cavalleresco che ti porta a combattere con onore contro il tuo nemico il quale diventa il tuo miglior amico in fondo alla partita perchè come te ha sudato e ha dato anima e cuore per avanzare e arrivare a fare meta perchè come te ha assaggiato il fango del campo.

Non scorderò mai l'odore del fango che si sente per la prima volta mentre sei sotto una mischia, sembra strano ma è inebriante, ti rialzi e le tue mani sono marroni, ma non ti senti sporco, ti senti pieno di vita, e quasi come un istinto primordiale riprendi a correre e a tuffarti in mezzo alla mischia.

Il rugby è un po' una scuola di vita, ogni volta che cadi ti devi rialzare e ripartire a testa bassa e il fango che hai addosso rappresenta tutte le esperienze di vita che ti porti dietro e che ti fanno capire quanto bisogna impegnarsi a fondo per arrivare fino alla meta!

Il fango è un compagno di viaggio per un giocatore di rugby.... un po' meno per chi a casa lava i vestiti dell'allenamento!

2 commenti:

  1. Il fango nel rugby come la terra rossa nel baseball. la strisciata di terra sui pantaloni è la medaglia al valore della scivolata.

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  2. Io sono quella che lava!!!!! Ma vedere nei tuoi occhi l'eccitazione e la soddisfazione ne fa valere la pena!!!!
    Letizia

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