Sono tante le cose che mi
conquistano del rugby: il gioco, la battaglia, il contatto, lo stile
di vita ecc....
Una di quelle che mi ha colpito di
più è il famoso terzo tempo, 2 squadre, 2 compagini avversarie che
dopo una feroce battaglia si ritrovano insieme a mangiare, bere e
condividere insieme i lividi che ci si è procurati poco prima in
campo.
A volte, capita di vedere pure nelle
partite internazionali giocatori che, a causa di un fallo di solito
grave (ad esempio un placcaggio alto) si accapiglino fra di loro. In
quei momenti la prima cosa che si può pensare è che si stia per
assistere alla terza guerra mondiale: 2 giganti di 2 metri per 120 kg
di muscoli ognuno si “stintignano per il bavero della maglia” e
se ne promettono di santa ragione; poi arriva l’arbitro, di solito
un uomo normale, alto 1 metro e 70 dal fisico longilineo (in quanto
fa pure lui attività fisica), il quale si avvicina, si mette nel
mezzo ai 2 energumeni e dal basso verso l’alto, con calma, li
guarda ed esclama: “please! … fair play!”; i 2 contendenti si
lasciano si danno una pacca sulla spalla e tutto finisce li.
Quando si arriva al terzo tempo, si
prende una birra insieme, magari accompagnata da una bella salciccia
alla brace e ci si lascia la battaglia alle spalle per dare inizio
alla festa (nelle partite internazionali si mangiano cose più
raffinate, ma secondo me è meglio un bel terzo tempo ruspante con
salciccia alla brace che un party in smoking).
Nel terzo tempo perdenti e vincitori
festeggiano la giornata di sport insieme, i perdenti hanno un po’
la luna di traverso (a nessuno piace perdere), ma se si è perso con
onore e impegnandosi al massimo delle proprie possibilità senza
doversi recriminare nulla, si deve solo dare onore al merito dei
vincitori, prendere ciò che di buono abbiamo imparato in quella
partita e ….. festeggiare.
Il terzo tempo alle partite dei
bambini è il continuo della festa che c’è in prima in campo, c’è
allegria, c’è educazione e rispetto, c’è voglia di rigiocare,
ci sono i genitori che …. se ti risporchi fai una brutta fine,
manca la birra.
Il terzo tempo di una partita
internazionale non lo fanno solo i giocatori ma pure i tifosi intorno
allo stadio.
È una festa multiculturale e si
possono fare incontri di ogni genere sia con altri italiani più o
meno pazzoidi che con persone che arrivano da altre nazioni, pure
queste più o meno pazzoidi.
Per parlare? O conosci bene
l’inglese oppure …… a me la birra aiuta!
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