Un detto inglese dice che:
” il calcio è uno
sport per gentiluomini ma giocato da delinquenti,
il rugby è uno sport
per delinquenti ma giocato da gentiluomini”.
Il rugby è considerato uno sport
duro, violento, grezzo, per energumeni senza cervello e spesso sento
le persone che non lo conoscono parlare semplicemente di
“un’ammucchiata in mezzo al campo”, ma vi assicuro che non è così.
il rugby è sicuramente uno sport di
contatto, quindi per logica è uno sport dove si prendono e ricevono
botte, ma il tutto fatto il più possibile in maniera ordinata e
controllata, volta a non fare male e a non farsi male.
Placcare una persona sembra un atto
violento ma quando se ne parla con i ragazzi si trasforma in un
“abbraccio” che porta a terra il proprio avversario in maniera
da non fargli male.
La sicurezza e il non farsi male
sono sempre le prime cose che dico e ridico ogni volta che si entra in campo. Per questo con i bambini tutti i giochi che si fanno (non si fanno
esercizi ma giochi) sono volti a cercare di insegnare il giusto
movimento da eseguire, da rimettere poi in pratica durante la partitella di fine allenamento e a maggior ragione durante le partite dei tornei a cui partecipiamo.
Il Rugby è molto di più di uno
sport grezzo per energumeni, in realtà è uno sport di grande
finezza tecnica, tattica e certamente coraggio di spingersi sempre
più avanti pur essendo costretti a passare la palla all’indietro.
Tutto questo non si può fare da
soli, perché prima o poi qualcuno che ti prende ( e pur
“amorevolmente” ti sbatte a terra) lo trovi, quindi il rugby è
pure uno sport dove se non capisci che hai bisogno degli altri non
puoi far nulla o quanto meno ben poco.
Per questo una delle altre regole
non scritte ma fondamentale del rugby è il SOSTEGNO.
Il significato si evince dalla
parola stessa, i nostri compagni ci sostengono e sono pronti ad
aiutarci quando il nostro avversario ci placca, noi dobbiamo essere
pronti a sostenere il nostro compagno quando lo placcano.
Il sostegno può essere fatto in 2
modi:
- Sulla palla, ossia andare ad aiutare il compagno placcato e recuperare la palla oppure a sostenerlo prima che cada per terra a causa del placcaggio e li provare a spingere e resistere insieme e magari spingendo insieme avanzare conquistando terreno per arrivare alla meta.
- Sullo spazio, ossia posizionarsi in campo in modo da coprirne la larghezza per poter ricevere la palla da un nostro compagno che davanti a se trova un ostacolo (l’avversario) che non lo fa avanzare.
Il sostegno sembrerebbe a questo
punto un gesto che le squadre fanno solo in attacco, in realtà non è
così perché in difesa il sostegno sulla palla vuol dire andare ad
aiutare un compagno a placcare un giocatore particolarmente forte per rubargli la palla, oppure contrastare l’avanzamento di un gruppo di avversari che si
sono uniti sostenendosi l’uno con l’altro in un grappolo di
uomini che spinge all'unisono (tecnicamente questa cosa si chiama
MAUL). Il sostegno sullo spazio invece sta nel posizionarsi sul campo
per coprire gli spazi di un possibile avanzamento di un giocatore
avversario che riceve un passaggio.
Il sostegno è un gesto che
necessita di una grande visione di gioco e chiarezza mentale, in un
lasso di tempo minimo dobbiamo decidere se correre verso la palla o
posizionarci sullo spazio.
A questo punto resta chiara una
cosa: senza SOSTEGNO nel rugby non si riesce a fare nulla ed è
proprio il sacrificio e l’abnegazione dei nostri compagni che ci
sostengono che ci fa arrivare in meta.
"La palla in meta la schiaccia solo
un uomo ma la maggior parte del merito di solito è di chi lo ha
sempre sostenuto: LA SQUADRA".
Spesso pure nella vita di tutti i giorni è così.
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