Parlando
con un Amico, uno di quelli che sono 40 anni che frequento , anzi
già prima di nascere ci frequentavamo, i nostri genitori uscivano
insieme, mi sono reso conto che il detto inglese che ho scritto
all'inizio di qualche post fa potrebbe risultare offensivo.
Non
era mia intenzione e credo nemmeno di chi ha inventato il detto
offendere nessuno, come mi ha fatto notare il mio amico, offendere un
altro sport non rientrerebbe nella morale sportiva del rugby.
Credo
che il detto voglia solo far capire, con un gioco di parole (almeno
io l’ho interpretato così), la differenza di etica sportiva che
si vede purtroppo fuori e dentro il campo nelle partite di questi 2
sport.
Questo
non vuol dire che nel calcio non ci sia moralità sportiva, io per
primo da bimbo ho giocato nella squadra del mio paese e ho avuto un
allenatore fantastico sotto questo aspetto, un altro mio amico è
allenatore di calcio per squadre di bambini e posso testimoniare di
come insegni alla squadra i veri valori dello sport, però purtroppo
nel calcio ci son parecchie mele marce che mettono in cattiva luce
questo sport bello come e quanto il rugby: 2 sport, fra le altre cose, nati dallo stesso gioco.
Mele
marce in campo: c’è chi reclama sulle decisioni arbitrali e non
solo in maniera cortese chiedendo spiegazioni ma spesso
violentemente, c’è chi simula falli, c’è chi manda a quel paese
l’allenatore per una sostituzione ecc…
Mele
marce sugli spalti: tifoserie violente, genitori alle partite di
bambini che offendono l’altra squadra invece di fare il tifo per la
propria (quando non si arriva alla scazzottata fra genitori) ecc…
Tutto
questo sinceramente nel rugby non c’è.
Nello
stadio non è necessario che le 2 tifoserie siano ben divise in 2
curve e controllate da eserciti di polizia, dentro lo stadio si è
mischiati, tifosi di 2 squadre rivali stanno accanto, ognuno dei
quali porta rispetto alla squadra altrui e magari insieme si commenta
la partita e il bel gioco visto in campo.
Mi
è capitato di vedere scortare circa 2.000 tifosi di calcio della
squadra del Pisa dopo una partita contro la Lucchese (fra le 2 città
esiste una rivalità storica), per portarli dallo stadio alla
stazione è stato necessario l’intervento di un numero ingente di
forse dell’ordine in “assetto da guerra” e di 2 elicotteri che
dall’alto controllavano la situazione.
Per
accompagnare circa 30.000 tifosi, misti fra italiani e irlandesi o
scozzesi, o inglesi o di qualsiasi altra squadra da piazza del Popolo
a Roma allo stadio Flaminio (3 km di strada), abbiamo incontrato solo
un vigile a dirigere il traffico ad un incrocio.
Durante
le partite di calcio a Roma nelle 5 circoscrizioni intorno allo
stadio è severamente vietata la vendita di alcolici dal giorno
precedente alla partita, durante le partite di rugby la birra si beve
dentro lo stadio.
Non
capisco come mai uomini che al di fuori del mondo dello sport sono
persone comuni e tutte uguali all’interno di questi 2 sporti
abbiano comportamenti così totalmente diversi.
Chiaramente
risottolineo che non tutti sono così, esistono esempi di grande
moralità sportiva anche nel gioco del calcio, ma purtroppo sono
spesso surclassati da brutte storie da raccontare.