Crediamo nei rugbysti che parlano poco,
nei rugbysti che non si agitano,
nei rugbysti che si rodono dentro e soffrono,
in coloro che dopo una partita sotto una gelida
pioggia e al gelo in un campo fangoso tra pochi sparuti spettatori,alla fine
salutano con un gesto stanco come da una lontananza di un secolo.
Crediamo nei rugbysti
che piangono nella vittoria e nella sconfitta ,
in coloro che una volta rotti pensano subito a
recuperare,
in coloro che malandati ci sono in campo per se
stessi, per i loro compagni,per l’onore di portare la maglia che indossano,
in coloro che sono la maggioranza che giocano in campi
impraticabili davanti a quattro gatti e con le scarpe scompagnate,
in coloro che si allenano alla penombra in un lato di
campo rubato al calcio,
in coloro che non hanno il tensoplast,i cerotti,le
bende,
in coloro che leggono i giornali sportivi partendo
dall’ultima pagina e a ritroso cercano il trafiletto”rugby”
Crediamo nel coraggio,nella gioia e nell’allegria di
chi gioca a questo sport divertendosi a qualunque età,
di chi beve birra e anche di notte sogna l’ovale ed il
rugby,
uno sport duro e leale per rugbysti che a qualsiasi
ambiente appartengono si riconoscono, si stimano ed instaurano veritieri legami
di amicizia che durano una vita intera, proprio per i contenuti di questo sport
diverso da tutti gli altri non solo nelle regole, ma soprattutto, nello
spirito, nei valori morali e etico-sportivi.
Crediamo in tutta questa gente che ha bisogno di
essere conosciuta ed amata in ciò che tace, nelle parole che nutre nel cuore e
non dice, nella dolcezza del viso dei bambini nell’asprezza di qualche rude
tratto maschile, nel volto segnato di qualche vecchio giocatore e nel rossore
delle guance di una donna rugbysta, nella babele di dialetti dei tanti tornei
primaverili al sole e al calore dell’ amicizia fraterna del dopo partita e del
terzo tempo.
Tratto dal sito AIR (Associazione Italiana Rugby)
Peccato che a crederci in tutto questo siamo ancora in pochi, in particolar modo non ci credono le istituzioni, i comuni, coloro che dovrebbero aiutare a diffondere i veri valori dello sport.
Come spesso accade alle piccole società rugbystiche siamo stati costretti ad abbandonare il campo su cui giocavamo, perchè chi lo gestisce crede che:
2 squadre di calcio (adulte), che per 3 volte a settimana si allenano con la pioggia o con il sole, non rechino danni al prato da gioco, mentre 13 bambini tra under 10 e under 8 di circa 25 kg cadauno (di media) che non fanno mischie, ma solo rincorrono una palla OVALE (e quindi diversa da quella rotonda) se piove non possono allenarsi sul prato perchè distruggono il campo!
Forse ho capito non è contro dei bambini che ci si incarognisce, non è contro dei ragazzi che corrono su un prato che ci si arrabbia, non è contro chi fa sport che ci si scaglia contro, l'unica differenza è la palla che si usa. Quindi....
Che un pallone ovale distrugga i campi da gioco?!?!?