lunedì 23 dicembre 2013

CORSO DI PRIMO LIVELLO

19 – 20 – 21 DICEMBRE 2013
Queste le date dell'inizio del mio nuovo cammino.
Giovedì 19 ho cominciato il primo modulo per il corso di allenatore di primo livello della FIR: così, come dice mio figlio, diventerò un allenatore serio!
Fino ad oggi ero un educatore al primo momento per il minirugby ma con questo nuovo titolo potrò allenare squadre fino a tutta la serie C ….. tranquilli prometto che non farò danni, mi limiterò ad allenare i bambini ma con un titolo superiore.
Il corso si teneva al centro CONI di Tirrenia, dove fino a qualche tempo fa era presente pure una delle accademie federali, adesso si è trasferita a Parma.
È stata un'esperienza faticosa, in alcuni momenti mi sono sentito inadeguato, ero l’unico senza un vissuto vero sul campo, i numeri della nostra società sono ancora molto piccoli e quindi mi sembrava di essere troppo lontano dalle metriche didattiche che mi venivano proposte, ma nonostante tutto invece si è rivelata un'esperienza entusiasmante.
Ho vissuto in mezzo a gente spettacolare, abbiamo mangiato pane e rugby per tre giorni di fila, una full immersion che mi ha dato nuovi stimoli e caricato ulteriormente ad andare avanti per questa strada.
Aula – campo - lavori di gruppo, pranzo, cena, dormire, sempre insieme, sempre a respirare aria di sport, aria di rugby.
Molte paure sono rimaste, ma molte se ne sono andate e il prossimo giugno sarò ben più pronto ad affrontare il secondo ed ultimo modulo con esame annesso di questo corso.
Un grazie particolare e grande come una seconda linea, lo devo a Mosè, il mio compagno di stanza, lui un gigante di 2 metri che ha giocato ai massimi livelli vestendo pure la maglia azzurra, ha dato ad un piccolo come me che sta facendo i primi passi in questo sport, la forza di non perdermi d’animo, un capitano perfetto, e so che sarà un allenatore perfetto!

Detto tutto questo mi rendo conto che è emozionante capire di essere salito dentro la macchina del rugby e che sto imparando a guidarla. 






CENA DI NATALE

Mercoledì 18 dicembre abbiamo fatto con la squadra la cena di Natale.  Purtroppo non eravamo proprio tutti, ma la maggior parte erano presenti,  dei miei piccoli eroi ce ne erano solo 2 ma non ci hanno fatto sentire la mancanza degli altri 6.
Fotografiamo la serata:
In giro svariati cappelli di Babbo Natale con le lucine.
Brindisi a ripetizione: qualsiasi motivo era buono per bere!
L’ottimo cibo ha messo a dura prova: i nostri stomaci, troppo abbiam mangiato e in particolar modo il nostro colesterolo.
La lotteria con ricchi premi animata da Babbo Natale in persona.
Premiazione agli allenatori con graditissimo magnum di prosecco che per il pranzo di Natale sarà ben adoperato.
Ricordino natalizio a tutti i bambini del MINIRUGBY.
Gli orecchi sono rimasti ovattati per un po’ visto che le cene rugbystiche non sono propriamente silenziose.
Tanta,tanta, tanta, tanta, tanta, e potrei andare avanti all’infinito, tanta allegria! Voglia di stare insieme! Voglia di esserci!

Grazie a tutti , grazie Rossella!


venerdì 6 dicembre 2013

GRAZIE MADIBA

E' doveroso in questo giorno ricordare un grande uomo che se ne è andato, un uomo che  ha salvato e creato una nazione, ha scongiurato guerre civili, ha sfondato porte chiuse aprendole al mondo intero, un uomo che al posto della vendetta per le ingiustizie subite, ha preferito la giustizia, la collaborazione, creare qualcosa di nuovo, qualcosa di grande, un uomo che ha fatto tutto questo con il suo genio, con la sua grande forza interiore e per un infinitesima parte anche con il rugby.

Grazie di tutto quello che hai fatto NELSON MANDELA

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

100 CAPS

In realtà oggi sarebbero 100 anni di una persona speciale, che forse il rugby non lo conosceva nemmeno, e se avesse visto il suo bis nipotino accartocciarsi sui campi da rugby si sarebbe pure "lograta come una candela" (preoccupata molto in lucchese).

Ma l'esempio della sua vita, della vita di tutti i nostri nonni probabilmente racchiude in se tutta la morale del rugby, tutta l'essenza del rugby:

Avanzare sostenere pressare continuare in relazione alla palla e allo spazio in un equilibrio che si crea fra la difesa e l'attacco;

I nostri nonni per vivere, superare la guerra, dovevano avanzare pressando la vita stessa che li schiacciava sostenendosi gli uni con gli altri e continuare ad avanzare per continuare a provare a vivere  in relazione a tutto ciò che gli girava intorno in un equilibrio fra le esigenze giornaliere e il pericolo di venire sopraffatti da una vita difficile.

Anche se ormai sei in cielo auguri Nonna Ida per i tuo 100 CAPS

domenica 1 dicembre 2013

UNO SOLO NE È RIMASTO

Ieri abbiamo giocato il primo concentramento under 8, i miei 4 ragazzi erano pronti .... erano!

Già da venerdì sera sapevo che Leonardo non sarebbe venuto, causa un po' di otite ma almeno con 3 saremmo partiti .... saremmo!

Alle 13.30 ho ricevuto la notizia che Vittorio aveva la febbre e quindi da 3 sono rimasti in 2 ....  solo in 2!

Alle 13.50 ho ricevuto un'altra notizia: pure Luigi aveva la febbre e quindi da 2 sono rimasti in 1!

(mi sembra un romanzo di Agatha Christie, invece che 10 piccoli indiani ... 4 piccoli rugbysti)

Con un unico guerriero siamo partiti, un unico guerriero che ha tenuto alta la nostra bandiera!

Matteo ha giocato con la squadra degli AMATORI PRATO, la squadra che ha organizzato il torneo, persone speciali, persone che ti accolgono a braccia aperte come nella migliore tradizione rugbystica.

Matteo si è amalgamato subito con tutti i compagni del giorno, ha placcato, ha corso, ha spinto, ha conquistato palla e ha quasi fatto meta (accidenti mancava veramente poco meno di un metro).